Il bed and Breakfast consiglia di visitare nei dintorni: Castrocaro Terme e Terra del Sole ( Castruchêra e Tèra de Sòl in romagnolo ):
è un comune della provincia di Forlì-Cesena, a circa
Storia: Nel cuore della Romagna forlivese, dove il fiume Montone scorre lento e sinuoso, e la valle si dilarga tra le pendici degli ultimi contrafforti dell'Appennino, si erge la caratteristica rupe su cui, da oltre un millennio, vigila
Grazie alla sua posizione elevata e di difficile accesso, quindi facilmente difendibile, la rupe ebbe valore strategico sin dalla preistoria, offrendo, nelle diverse grotte ancora visibili, un sicuro rifugio ai suoi abitatori. Di essi è attestata la presenza fin dal neolitico, palesata dal ritrovamento in loco di numerosi reperti, tra cui una bella accetta in diorite verde. La rupe assolveva inoltre molto efficacemente alla funzione di avvistamento, necessaria per sorvegliare il passaggio di uomini all'imbocco della vallata.
Nell'alto medioevo la rupe su cui si erge
La prima testimonianza scritta dell'esistenza di un "castrum" fino ad oggi conosciuta risale al 1.059, quando il fortilizio era abitato da una famiglia comitale dell'entourage degli imperatori tedeschi. Dal 1118 il castello risulta appartenere ai Conti, infeudati dall'Arcivescovo di Ravenna, vassallo, a sua volta, dell'imperatore. Supponiamo che sia stata proprio questa famiglia, una delle più agguerrite dell'Appennino romagnolo, a trasformare la primitiva torre in una solida rocca, in grado di ospitare e proteggere la corte feudale, amministrare politicamente ed economicamente il territorio, controllare militarmente l'accesso alla valle.
In breve il castello di Castrocaro raggiunse una determinante rilevanza strategica, tanto che nel 1160 e nel 1164 ospitò anche l'imperatore Federico Barbarossa, a conferma dell'importanza che il fortilizio aveva ormai acquisito. Un documento del 1177 ci ricorda l'alleanza dei Conti di Castrocaro con il Barbarossa contro
Per la sua rilevanza strategica
Nel
Con la morte di Federico II (1253) e il disorientamento imperiale che ne seguì, il potere papale assunse maggior prestigio, e grazie all'aiuto militare angioino gran parte della Romagna finì sotto il potere temporale della Chiesa.
Nel 1282 fu la volta dei Conti di Castrocaro, che furono costretti a sottomettersi al papa Martino IV. Quell'anno il castello passò sotto il diretto controllo della Chiesa, che vi insediò proprie milizie ed un castellano.
E' questa una data storica per Castrocaro, poiché
Sono di questo periodo sostanziali trasformazioni al complesso, che lo renderanno inespugnabile, se non col tradimento: " il detto castello non si potea combattere . ed era molto forte di sito in tale modo che non si vedea che per battaglia si potesse vincere" (Anonimo fiorentino).
Nel Trecento, per la sua strategica posizione,
Nel 1371
Negli anni seguenti la situazione sociale e politica della Romagna peggiorò ulteriormente, a tal punto da rendere impossibile un efficace controllo militare della Romandiola. Papa Bonifacio IX, col proposito di rimpinguare le Casse della Camera Apostolica, nel 1394 impegnò ai Fiorentini il castello e il contado di Castrocaro per la somma di 18.000 fiorini d'oro. Ma al momento di consegnare
Nel 1403, con la definitiva annessione alla Repubblica di Firenze, inizia per Castrocaro un periodo ricco di eventi di rilievo, sul piano politico, culturale e sociale. Grazie alla sua posizione decentrata rispetto alla capitale, sui confini con il dominio papale, Castrocaro fu elevata a capoluogo dei territori fiorentini in terra romagnola,:
Secondo gli Statuti del Comune di Firenze del 1415 nella Fortezza era di stanza una guarnigione di 8 uomini, al comando di un castellano, chiamato il Capitano del Cassero di Castrocaro
Per tutto il Quattrocento e la prima metà del Cinquecento il grande fortilizio rupestre fu interessato da importanti modifiche strutturali, fatte apportare dagli architetti militari fiorentini per adeguarla alle nuove esigenze belliche, sorte in seguito all'introduzione delle armi da fuoco.
Di questo periodo sono gli Arsenali Medicei, straordinaria e ciclopica costruzione cinquecentesca, (unica in Italia per ampiezza e tipologia, oggi la definiremmo un prototipo) alla cui costruzione contribuirono famosi architetti come Antonio da Sangallo il Vecchio, Giovan Battista. Belluzzi (detto il Sammarino), Gabrio Serbelloni, Bernardo Buontanenti.
Agli inizi del Seicento, in seguito alla nuova politica territoriale del Granduca di Toscana, che si espresse nella "rifondazione portuale" di Livorno (1587-1609),
Nei secoli successivi non venne mai più utilizzata, né per scopi militari, né per usi residenziali e abitativi, non subendo, quindi, modifiche né superfetazioni. Venne invece utilizzata come cava di pietre, e alcune sue parti subirono così lo scempio degli indifferenti e le offese del tempo. Il suo inutilizzo ha comunque preservato il grande maniero dalle pesanti trasformazioni strutturali che invece hanno interessato numerosi castelli italiani, la cui funzione residenziale ha portato a inevitabili modifiche, eseguite secondo il gusto, gli stilemi dell'epoca e le esigenze del vivere quotidiano.
Per questo motivo
Il 10 settembre 1923
Nel 1982 ebbero inizi i lavori di restauro, individuandone il nuovo destino in un utilizzo culturale e turistico. A lavori ultimati (primavera del 2000)
Tali attività hanno avuto inizio il 23 aprile 2000.
Visitabile: Si,
Venerdì e Sabato dalle 15 alle 19;
Domenica e Festivi dalle 10-13 e dalle 15 alle 19.
In estate l'apertura pomeridiana si posticipa di 1 ora (16-20)